Angela Merkel, in Germania il potere è donna

[© Thierry Ermann on Flickr / CC-BY 2.0]
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di Ubaldo Villani-Lubelli
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Estratto dall’ebook Enigma #merkel]

Prima era la ragazzina di Kohl oggi è la donna più potente del mondo. In questa trasformazione di Angela Merkel si può vedere il processo di emancipazione e l’ascesa al potere di una donna, ma anche il paradigma di un grosso passo avanti nel raggiungimento della parità tra uomini e donne in politica.

Mai la CDU è stata declinata tanto al femminile quanto negli anni di Angela Merkel. (…) Nell’entourage di Angela Merkel ci sono anche due donne che hanno un ruolo primario: Eva Christiansen e Beate Baumann. La prima cura l’immagine di Angela Merkel sui media e si dice, anche lo stile: dal parrucchiere ai vestiti.

È dovuta a Eva Christiansen l’evoluzione estetica della Cancelliera che ha coinciso con la graduale e costante crescita del suo potere politico. Del resto insegna la sociologa tedesca Paula Diehl: Il corpo parla. Chi rappresenta le istituzioni usa codici precisi, con il corpo esprime la propria identità ma anche il proprio ruolo politico.

La seconda è la donna con cui chiunque voglia avvicinare Angela Merkel deve avere a che fare. Le fu segnalata da Christian Wulff ed è la persona che da più tempo lavora con Merkel. Il suo ufficio è accanto a quello della Cancelliera e non è una semplice collaboratrice. Baumann è iscritta alla CDU, non rilascia interviste, quasi non si vede, eppure c’è sempre.

È una sorta di eminenza grigia, ma le due donne non sono amiche. La “Frankfurter Allgemeine Zeitung”, che ha pubblicato un’accurata e bellissima descrizione di Beate Baumann, scrive che è il sismografo personale della cancelliera. Come riportato da Evelynn Roll, la stampa si è divertita a chiamarla in tutti i modi: l’ombra di Merkel, la seconda donna più potente in Germania, l’alter ego di Angela, Rasputina. (…)

Nonostante il crescente numero di donne sia nella CDU sia nel suo personale entourage, la Cancelliera non sembra aver mai scaldato più di tanto il popolo femminile. Contrariamente a quanto ritiene il suo prossimo sfidante Peer Steinbrück, secondo il quale Angela Merkel avrebbe un bonus femminile, nel successo della Cancelliera sembra mancare proprio il fattore e l’entusiasmo delle donne. (…)

Angela Merkel dal punto di vista puramente emozionale non rappresenta alcun modello accettabile per le donne, almeno così la pensa Susanne Schneider. Secondo Nikolaus Blome, l’elemento “donna” nello stile e nella politica di Merkel non ha alcuna rilevanza: il pragmatismo politico di Angela Merkel è privo di emozioni e l’appartenenza sessuale semplicemente è indifferente. Come scrive Gertrud Höhler, Angela Merkel sembra aver metabolizzato perfettamente la gestione del potere maschile e l’ha riprodotta una volta alla guida della Repubblica Federale. (…)

* leggi anche: «Fredda e opportunista: vi racconto chi è davvero Angela Merkel» *

Angela Merkel non ha mai conosciuto in prima persona i movimenti di emancipazione femminile che non hanno avuto alcun ruolo specifico nella sua formazione nella ex Germania comunista. (…) è evidente quanto fosse sbagliata l’affermazione del suo sfidante Peer Steinbrück sul bonus femminile. (…)

Merkel è espressione di una donna dalle indubbie capacità e che, politicamente, ha incarnato quelli che fino a qualche anno fa erano considerati attributi puramente maschili: ambizione, potenza, cinismo e indipendenza. “Essere potenti è come essere donna. Se hai bisogno di dimostrarlo vuol dire che non lo sei” diceva Margaret Thatcher, vale certamente anche per la donna più potente al mondo.

Angela Merkel è anche una donna senza figli, ma questo non ha mai rappresentato un problema: “è andata così”, afferma la Cancelliera con un certo fatalismo, senza lamentele o rimpianti. Merkel, inoltre, non ha avuto paura di confrontarsi, alla pari e “in trasferta”, ovvero nella maschilista CDU, con gli uomini fino a meritarsi l’appellativo (forse un po’ esagerato) di “ammazzatrice di uomini”.

C’è un’ultima curiosità da registrare. Lo stile della Cancelliera è stato interpretato, commentato e analizzato da numerosi politologi, giornalisti e saggisti ma l’aspetto più curioso è che Angela Merkel ha ricevuto le critiche più dure principalmente da donne autorevoli e influenti, ne ricordo qui tre che ho spesso citato in questo libro: Gertrud Höhler, Cora Stephan ed Evelyn Roll.

Con il tempo, ovviamente, sono arrivate anche quelle di numerosi commentatori di sesso maschile. Angela Merkel, in ogni caso, non solo non riesce a intercettare la gran parte del voto femminile e a essere il catalizzatore naturale del consenso delle donne, ma spesso è fortemente criticata dalle donne stesse. Quest’aspetto ritorna in un suo discorso del 2009 in occasione del novantesimo anniversario della concessione del diritto di voto per le donne in Germania:

“Certo è che le donne non si sono sempre rese semplice la strada verso la parità dei diritti che stiamo ancora percorrendo. La signora Roth [Petra Roth della CDU] ha spiegato come spesso siano proprio le donne a nutrire dubbi su altre donne e a domandarsi se siano capaci e se valga la pena esporsi all’opinione pubblica di fronte al rischio di fallimento”.

twitter @uvillanilubelli

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